Le lettere di presentazione sono ridicole

Che ne dite di questa foto da allegare al CV?

Spiegatemi una cosa, forza: a che servono le lettere di presentazione? 

Questa turpe usanza americana che oramai sta andando di moda pure qui nel Bel Paese, per la gioia di grandi e piccini. Si tratta di una lettera (cover letter) in cui ci si presenta e si parla un po’ di sé, molto genere Gigi Marzullo. Lo trovo privo di senso ed inutile.

Ma che pretendete che uno dica? Sono un povero cristo che ha bisogno di lavorare per campare? No ovviamente! Uno scrive: sono bello, bravo anzi bravissimo, so far tutto e dovete prendere me, il tutto in modo consapevole, perché tanto non ci richiameranno mai, figurarsi… oppure, c’è una bassissima probabilità che ci richiamino, of course.

Per me questa “cover letter” ha senso se ce la scrive qualcun’altro (un ex datore di lavoro, un prof dell’università, il vinaio sotto casa) e non se ce la scriviamo noi, autoincensandoci tristemente. Intanto, in America guardano prima quella e poi il CV, quindi stiamo messi bene. Bah bah e poi bah.

Se poi vogliamo dirla tutta, anche la nuova moda di inserire la foto è superflua e anche un po’ discriminante. Se sono cessa non avrò il lavoro? E se sono una figa ma sono poco fotogenica? Misteri della fede.

About La Rockeuse

Eh, ce ne sarebbero di belle da dire.
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25 Responses to Le lettere di presentazione sono ridicole

  1. Demart81 says:

    Che bella foto! Si vede che sei una ragazza solare! Metticelo nella lettera di presentazione “Sono una ragazza solare”. Anzi “sn 1 r4g4zz4 s0l4r3”.

    • La Rockeuse says:

      AAHAHAHAH! a me la gente che dice/scrive “sono solare” mi fa pajura. Preferisco chi si definisce ombroso e darkettone, mi fa simpatia 😦
      comunque ciao sono Rory, sono fighissima e solare!

  2. Carlo says:

    con una foto così ti devono prendere e basta…per le domande c’è sempre tempo.

    Comunque, ritornando seri, in una bella lettera l’unica cosa che bisognerebbe scrivere è “VOGLIO LAVORARE…PUNTO E BASTA :-)”

    Più diretto di così….
    salutoni
    Carlo
    http://hodimenticatoqualcosa.wordpress.com/

  3. fra says:

    Tanto anche se uno non mette la foto poi c’è sempre facebook

  4. Carlo says:

    Con una foto così ti devono assumere per forza e senza nemmeno commentare…

    al massimo allegato due righe del tipo “VOGLIO LAVORARE, PUNTO E BASTA” 🙂

    salutoni
    Carlo

  5. fra says:

    Io ti ho followato su twitter per la foto…

  6. fra says:

    Anche perchè dubito qualcuno mi followerà per la mia

  7. fra says:

    La prendo come una promessa. Ti aspetto

  8. fra says:

    Vedi che la devo cambiare? Ti è passata inosservata nel twitstream…

  9. Adriana says:

    Io odio anche il curriculum in formato europeo, dove ci sono trenta righe sugli studi e le esperienze lavorative e due pagine su hobby, interessi, sport, volontariato e cazzonesoio. Ma cosa importa a un potenziale datore di lavoro se nel tempo libero ballo il tip tap, costruisco sculture con le caccole o leggo romanzi cecoslovacchi?

    • La Rockeuse says:

      No ma infatti, che scemenza! e che inutilità! Sempre queste americanate, devo dire. Ma se lì funzionano perché loro sono fatti in un certo modo (le attività extracurriculari contano tantissimo anche a scuola e all’università, noi abbiamo iniziato a fare da 10 anni quei ridicoli pon e a prenderci il patentino per il motorino) e quello è il loro “modus vivendi” per così dire che è molto lontano dal nostro e direi a noi ben poco applicabile!

  10. Bob says:

    Manda la foto a De Bortoli, il Corriere t’aspetta!

  11. dal chianti says:

    pure tu però …
    se m’ arriva ‘na foto del genere … con scritto pressappoco come con poca pazienza son riuscito a leggere … e se fosse ‘na clinica psichiatrica … ti prenderei per far compagnia alle svanite
    per come t’ intendi in “apparire” con trampoli (tacchi), buiacca (trucco) e bucce (vestiti) almeno son sicuro che me le renderai presentabili a meraviglia

  12. dianadabagno says:

    Io ho pagato 2500 euro (con borsa di studio, eh) per un master apparentemente fighissimo nel quale il primo modulo era interamente dedicato a curricula & co.
    La loro concezione di “approccio al lavoro” era molto del tipo “abbracciamoci prima di ogni lezione, cantiamo insieme la canzone aziendale, TROVATE IL VOSTRO SOGNO E SEGUITELO COME LA GAZZELLA MASCHIO SEGUE NEL SENTIERO LA GAZZELLA FEMMINA (e se la inchiappetta, vabbè) “…insomma, roba così.
    La prima regola era: NIENTE CURRICULUM EUROPEO!!!! Troppe pagine, poi la gente si appalla a leggere (che poi io non lo amo, il curriculum europeo, ma è uno standard che ti richiede il 99% degli esseri umani che potrebbe darti un lavoro, indipercui…), e quindi ci diedero un format che attualmente utilizzo quando ci tengo proprio a far fare due risate agli aspiranti datori di lavoro: TRE RIGHE TRE su titoli di studio ed esperienze di lavoro e tre pagine piene piene di “il mio sogno è” (aridaje), “come mi vedo tra dieci anni”, “quali sono i miei limiti” (e te lo vengo a dire a te), “cosa voglio cambiare dell’ambiente esterno (giuro, scritta proprio così. Voglio che gli stivali scamosciati al ginocchio che ho comprato a tanti euri l’anno scorso non scendano alle caviglie. Se po’fà?).
    Quindi, la lettera di presentazione, ESSENZIALE!!! “Siate propositivi, fate capire loro in cosa potete cambiare la loro azienda” (“Caro Alessandro Sallusti, fidati, posso fare molto meglio del bambino di quattro anni che sceglie i titoli sulla copertina del tuo giornale. Come lo so? Perchè ho ventotto anni, e sono tante volte di più di quattro, va a finire che magari mi viene immente qualcosa di più sottile di “Buh buh, i comunisti sono brutti sporchi cattivi e puzzano”).
    Ho seguito i loro consigli, ed ora sono sei anni che mi tengo stretta lo stesso lavoro che avevo prima di incontrarli, e dove mi hanno fatto presentare un banale curriculum.

    • La Rockeuse says:

      Come volevasi dimostrare, siamo sempre lì.
      Purtroppo la storia del curriculum, mi duole dirlo, lascia il tempo che trova l’80% delle volte. Capita più spesso che si venga apprezzati per qualche idea più che per un curriculum particolarmente geniale. La lettera di presentazione rimane per me troppo autoreferenziale, nel senso che non ce la faccio a scrivere appunto “sono brava-so lavorare-sono na gran figa” perché chi si loda si imbroda, direbbe mia nonna e mi sentirei una cretina.
      Che poi, come dimostri tu, questi mezzucci non si trovano affatto i tanto sospirati lavori!

Dammi amore!