Morrissey o il violinista di Vienna

Un po’ di cultura per avviare il primo post random del nuovo anno!

Ieri la notizia dell’ipotetico figliuolo ha colpito molti dei miei amici, parenti, lettori e quindi ora vi spiego. L’altra sera parlavo con alcuni amici ed è venuta fuori la storia di Julian Casablancas che a 13 anni era alcolizzato ed io dico “Chissà com’è avere un figlio alcolizzato”. Dopo un po’ un mio amico mi fa questa proposta “In questo 2012 spero d’avere un figlio alcolizzato da te”. Sulle prime credevo che scherzasse ma poi me lo ha detto anche il giorno dopo, quando probabilmente era sobrio. Adesso non saprei dirvi ma la proposta mi è suonata un po’ discutibile. Comunque non temete: ovemai dovessi partorire un  pargolo giammai sarà alcolizzato (almeno finché non sarà abbastanza grande da essere in grado di uscire e comprarsi da bere).

Un amico di mia sorella maggiore s’è aperto un baretto chic in quel di Benevento ed è addirittura uscita una notizia in proposito sul Venerdì di Repubblica. Non vedo l’ora di farci un salto, è una specie di caffè letterario che sa davvero di radical chic, anche se pare non vada molto bene. Probabilmente è perché non vendono superalcolici.

Ieri, vedendo il concerto di Capodanno a Vienna, ho visto che c’era questo violinista davvero carino (secondo me era il primo violino e potete vederlo qui, è il ragazzo biondo col violino in mano appunto). E’ la prima volta che un musicista classico mi fa sangue ed è strano, se si considera che in media tutti quelli che conosco sono un po’ tocchi oppure mi ricordano quei barbagianni dei compagni di conservatorio di mia sorella. Conclusione: solo io posso fare queste considerazioni ascoltando la Marcia Radeztky.

Ho dormito ben 12 ore, non mi pare vero! L’anno nuovo si apre discretamente insomma! E neanche ho fumato! evvai!

C‘è Napolitano a Napoli come di consueto, non troppo distante da casa mia e mi piacerebbe invitarlo a bere una cosa con me ma dubito sinceramente che questa tal cosa accadrà mai. Peccato perché lui m’è tanto simpatico.

Appena guadagnerò un po’ di più mi piacerebbe adottare un bambino a distanza. Me lo ha suggerito questa brava blogger anche se in realtà ci pensavo da tempo, da quando anche mia madre ha adottato un bimbo africano. Ci sono tante associazioni che si occupano di questo tipo di adozioni e vi consiglio di farci un pensierino anche voi!

Mia madre ha già dimostrato che con l’anno nuovo il suo amore per me non è cambiato, ossia che continua a non esistere. Vuole convincermi a tornare a lavorare nella tv locale dove mi sfruttavano fino alla morte. Grazie mamma, sei la migliore del mondo come al solito! (E no, gliel’ho detto che non ci voglio andare perché mi sfruttano e lei ha detto “eh vabbè ma che fa”. Certo facciamoci sfruttare allegramente, poi ci lamentiamo che l’Italia va come sta andando. Complimentoni).

Due notizie tutto sommato positive: con l’anno nuovo posso usare la moleskine violetta che mi ha regalato Ciccio e soprattutto, finalmente iniziano i saldi!

Il MANTRA della settimana sarà: DECIDO IO! (la vita è nostra e solo noi possiamo esserne arbitri!)

About La Rockeuse

Eh, ce ne sarebbero di belle da dire.
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29 Responses to Morrissey o il violinista di Vienna

  1. Demart81 says:

    La cosa brutta sai qual è? Che la Moleskine è violetta. No, scherzo. Che quello che tu rifiuti qualcun altro accetterà, quindi tu resterai fottuta comunque e le cose non cambieranno.
    Ovviamente hai fatto bene. Magari avessero tutti un terzo delle tue palle.
    Mio padre che mi dice “vai a leccare il culo al tuo relatore” mi fa cadere le braccia.
    Comunque la Moleskine è una meraviglia. Ne ho 3-4, più che altro regalate, ma non le uso come agende giorno-dopo-giorno, ma come libretti su cui appuntare cose. Titoli di libri. Titoli di dischi o canzoni. Pensieri no perché ora non so più scrivere, all’epoca non mi sarebbe bastata una Moleskine cicciuta di 365 pagine per contenere i pensieri di una settimana.

    • La Rockeuse says:

      Moleskine cicciuta ❤ (scusami sono siema e le cose così mi fanno tenerezza).
      E' una cosa tremenda ma a che pensano i nostri genitori? Cioè, leccare il culo al relatore VOLENDO ci può anche stare ma lavorare aggratis per una persona pessima che se ne approfitta soltanto indubbiamente NO. Se vuole che lavori per lei, mi paghi e amen, anche perché presto, senza pubblicisti e abusivi in giro (se DIO vuole) voglio vedere come fanno!
      Amo le moleskine e ne ho alcune per gli appunti anche io, questa è però un'agenda che mi serve, così non dimentico cosa devo fare!

      • Demart81 says:

        A parte che io non so se con il mio relatore funzionino le leccate, ma è una cosa che mi ripugna andare lì, fare gne gne, sgomitare per avere una carezza, se proprio devo essere scelto deve essere per miei meriti, non perché io sia bravo a leccare. Che non lo sono neanche, peraltro. Anzi.
        E voglio insegnare, la carriera universitaria non fa per me. Specie se i primi tempi non ti pagano, come è vero che i primi tempi non ti pagano. Non sono venale, ma lavorare per la gloria NO.

  2. Ciccio says:

    12 ore di sonno per accogliere il 2012: mi sembra giusto. Sicuro che il musicista in mano avesse il violino? Cmq è la carne che fa sangue… Buon anno padroncina!

  3. Ciccio says:

    Ero intento a cucinare per la famiglia. Fai una vignetta sulla Moleskine.

  4. La Rockeuse says:

    @Demart ma infatti sì, alla fine poi la stragrande maggioranza dei prof universitari son dei tromboni e molti non si sbattono neanche per farti mettere quei 3 punticini in più sulla tesi! Ovviamente si lavora aggratis ma mica solo per i primi tempi! Quando ci son soldi per i progetti te li danno e bene ma quando mancano tanti cari saluti e stop, sono cose oramai arcinote!

    • Demart81 says:

      Bah, io sono stato fortunato, il mio relatore non era un trombone, anzi. E non mi ha fatto sorprese sgradite in seduta di laurea. Ci andavo d’accordo, e tanto mi basta e mi ha soddisfatto.
      Ma questo non significa che io mi debba mettere a leccare chicchessia per elemosinare un po’ di lavoro, peraltro gratis.
      La mia teoria è sempre questa: “il culo non si vende, e se proprio si deve vendere, lo si venda caro”.

      • La Rockeuse says:

        Almeno questo, beato te! Il mio non fu un grandissimo che ma comunque non mi posso lamentare.
        E sono d’accordo, specie se la carriera universitaria non ti interessa. Che poi francamente, c’è gente che a 50 anni è ancora ricercatore, quindi non è che sia proprio una cosa meravigliosa lavorare in ambito accademico o meglio, al solito, può andarti bene o andarti male ma non c’è da ammazzarsi per rimanere nell’ambito.
        Il culo appunto non si vende ma il lavoro più lo si fa gratis più si incrementa lo schifo in cui viviamo. Se tutti si rifiutassero di lavorare così non dico che non avremmo problemi ma di sicuro le cose sarebbero differenti, no?

  5. Bob says:

    Farai o non farai questo figlio? Così te lo porti nel passeggino a piazza del Gesù e gli metti la birra nella bottigliella.
    Ma hai spiegato a tua madre perché non vuoi lavorare in quel posto? Che poi manco è lavoro visto che è gratis, sono d’accordo con te. Se poi lei non ti ascolta fregatene, tanto che può fare, prenderti di peso e portarti là?
    Il violinista mi pare giovanissimo, sei sicura che è genere tuo che di solito ami gli anziani?

  6. anche io faccio considerazioni sui musicisti quando vado all’opera! in particolare ero affezionata al ragazzo che suona tamburo e batteria – che come si può ben immaginare in un’opera lirica non ha un ruolo esattamente preponderante – adoravo come se ne stava con un’aria abbacchiata per tutto il tempo, per poi rianimarsi solo per fare GONGGG sul tamburo una volta ogni mezz’ora. avrei voluto portare uno striscione da far scendere dal loggione e gridare “Tamburino sei tutti noi!” e “Tutta la curva!”, ma pare che a teatro comunale ciò non sia molto apprezzato.

    • La Rockeuse says:

      SIIII anche io ho sempre pensato al ruolo marginale dei poveri percussionisti! e pure son così carini e dolci quando fanno quel GONG o quando suonano il triangolo e fanno TIN TIN TIIII! troppo romantici! i violinisti sono senz’altro più spocchiosi, vista l’importanza del violino nelle partiture della musica classica!

  7. La Rockeuse says:

    Dai tutti nella curva tamburino! Li amiamo!

  8. Adriana says:

    Sul lavorare gratis sono giunta a questa conclusione: è vero che se non lo faccio io molto probabilmente lo farà qualcun altro. Ma sono cavoli suoi. Se mi rifiuto di lavorare gratis certo non cambio il mondo, ma la mia vita sì. E quando sento discorsi tipo ‘Eh, però, se Tizio avesse lavorato gratis per un po’, poi magari lo avrebbero assunto’, la mia risposta è un filosofico ‘E se mio nonno aveva sei palle era un flipper’.
    Ho avuto qualche esperienza di impieghi non retribuiti e so cosa significano. Ora basta.

    • La Rockeuse says:

      Bella quella del nonno, te la fregherò :p
      Comunque sono d’accordo: ho fatto stage, ho lavorato gratis per stare nell’ambiente, ho lavorato gratis per pura beneficenza e non m’è entrato in tasca niente, quindi sinceramente non credo che farlo possa aiutarmi davvero o meglio, qualcuno magari sarà stato veramente assunto ma io no, quindi la cosa con me forse non funziona.
      Meglio stare a casa che andare a sudare sette camicie con gente che ti maltratta senza dirti neanche un grazie!

  9. Lifeislife says:

    Lavorare gratis no. Ma sì a lavorare a pagamento, anche se non è il settore per cui si è sgobbato. Guardarsi intorno e non rifiutare lavori umili. Sennó diventiamo tutti Neet

    • La Rockeuse says:

      Assolutamente, anzi!
      Il problema è che il lavoro va sempre bene ma quando non è retribuito non è lavoro. Ecco, preferisco fare altro ed essere pagata più che fare la giornalista aggratis, maltrattata e senza prospettive.

  10. Che bello sentire dire certe cose: se tutti dicessero NO a queste forme bieche di sfruttamento, non saremmo arrivati a questo punto.
    Il problema è che per uno che dice no, ce ne sono sempre almeno dieci (se non di più…) che dicono sì, magari facendosi intortare con la solita stronzata delle “prospettive”.
    Brava! 🙂

    • La Rockeuse says:

      Grazie!
      in realtà io ho detto fin troppi si e dopo non aver cavato neanche metà ragno dal buco… eccomi qui! Non dobbiamo lavorare gratis e chi lavora gratis sbaglia, non mi stancherò mai di dirlo!!!!

      • Eh… Io la penso esattamente come te, però una cosa del genere sarebbe da dire a tutti quegli ordini professionali (avvocati, commercialisti, …) che sotto il nome di “tirocinio” riescono a far lavorare dei poveracci per due anni, i quali a volte non percepiscono neanche un rimborso spese!
        Quando si dice “schiavitù legalizzata”.

  11. Adriana says:

    Lifeislife, sono d’accordo sull’accettare lavori umili e/o diversi da quello che vorremmo fare. Faccio solo due precisazioni: con troppi impieghi diversi da quelli nel settore in cui si ha studiato poi si rischia di diventare dispersivi e di non crearsi una figura professionale ben definita. Un po’ di selezione non è il male assoluto, a mio avviso.
    I lavori umili: forse bisognerebbe dire ‘umilianti’, che è diverso. Chi si è laureato in modo brillante può sentirsi sprecato a fare il commesso, mi sembra comprensibile, non è una questione di snobismo. E’ che quella persona probabilmente non ha la possibilità di mettere a frutto le competenze che ha acquisito. Se poi la stessa persona decide di svolgere al meglio il lavoro, imparare il più possibile e, in generale, avere un’ottica più positiva (non che sia facile), allora l’impiego resta umile, ma l’individuo non si sente più umiliato.

  12. La Rockeuse says:

    @Fiammiferaia verissimo! con gli avvocati il praticantato è tragico, pagano (poi vabbè pagano è un parolone, si tratta di poche centinaia di euro) una persona su 10 credo!

    @Adri concordo, non è che uno se ha studiato e se fatto il mazzo per fare una cosa poi deve fare altro a forza, svilendo se stesso e anche il proprio studio!

  13. Diana says:

    Tamburino rocks!!!
    Io, oltre, a cercare di diventare pubblicista – sempre che non cancellino per davvero l’albo – sarei anche una specializzanda in psicoterapia. Come tale, ho svolto qualcosa come 2000 ore di tirocinio pre e post laurea ed ho appena terminato le mie prime 220 ore dii tirocinio da specializzanda. E’chiaro che molti servizi pubblici vadano avanti solo perchè ci sono i tirocinanti: nel servizio dove lavoravo – aperto tutti i giorni dalle 9 alle 18 – c’erano solo tre risporse umane contrattualizzate (una psicologa, un’infermiera – segretaria ed un’assistente sociale): eravamo noi tirocinanti a riempire i vuoti (che si creavano necessariamente, in quanto l’unica psicolga presente non poteva gestire circa 30 casi settimanali).
    Come non bastasse, c’erano pure i volontari!!! Un sacco di volontari!!!
    Certo, ad imparare si impara – ma non è neanche detto, che molti psicologi tirocinanti passano le giornate a fare fotocopie ed a rispondere al telefono – ma perchè un servizio dovrebbe pagare per qualcosa che non solo può avere gratis, ma che tutti si offrono di fare?

    • La Rockeuse says:

      E’ la stessa cosa che capitava a me quando lavoravo in quella redazione. Perché pagarmi se poi c’era gente dispostissima a farlo gratis? Non c’era motivo e infatti non venivo pagata (io come altri). Ho imparato veramente tanto e non lo nego ma non è possibile che si sfruttino così le persone, davvero. Coi tirocini, gli stage, ecc è anche peggio secondo me perché è proprio lavoro aggratis, l’unica cosa positiva è che durano un periodo limitato nel tempo, quindi lo sfruttamento teoricamente non è troppo alto!
      Per l’albo dei pubblicisti: ne parlavamo con alcuni colleghi giorni fa ma non s’è capito se lo toglieranno o meno o che faranno con l’ordinamento professionale… come al solito oserei dire! comunque se ho news attendibili ti faccio sapere! :*

  14. Demart81 says:

    Ah dimenticavo, conversazione con mio padre la notte di Natale, mi è venuta in mente stasera.
    Un’amica che era al cenone con noi lavora alla Soprintendenza Beni Culturali a Salerno.
    Torniamo a casa, fa papà: Ma dove lavora Tizia? Io: alla Sopr. Beni Cult. a SA. Papà: e non puoi vedere se non escono posti là? Tu hai il diploma alla scuola d’Archivio (papà confonde Soprintendenze Beni Cult, Soprintendenze Archivistiche e Archivi di Stato, ndr) Io: secondo te non ho visto? Non escono concorsi, pensa che all’Archivio di Napoli e di Salerno vanno avanti con il lavoro dei volontari. Papà: perché non lo fai anche tu, li pagano vero? Io: no, sono volontari. Papà: eh ma in caso di concorso sono favoriti. Io: buonanotte.

Dammi amore!