Persone anziane

Miei cari,

oggi vi parlo di un argomento un po’ spinoso e forse anche pesante, che probabilmente indispettirà molti, perché ciò che dirò – che è ciò che penso – non è esattamente canonico ma pazienza, dopotutto la rete serve anche a comunicare, no?

Riflettevo sulla vita delle persone anziane. Spesso con la mia famiglia, il mio compagno, gli amici ci confrontiamo su questa tematica, in particolar modo su come la vita cambia nel corso degli anni. Mi capita con alcune persone di farlo sovente semplicemente perché, come ho raccontato anche in passato qui sul blog, mi trovo spesso ad occuparmi della zia di mia nonna, che ha 84 anni e, non avendo una sua famiglia, una volta andata in pensione ha sempre gravitato attorno all’orbita dei nipoti, dunque mia madre ed i suoi fratelli. Nonostante sia molto più giovane di mia nonna (che ha 93 anni), ha numerosi problemi di salute, oltre che psicologici, motivo per cui avere a che fare con lei talvolta è davvero molto pesante. In realtà, anche mio padre è anziano (74 anni!) ma per sua fortuna è molto autonomo e giustamente, tiene anche tanto a questa sua autonomia, quindi per lui la questione è lievemente differente.

Vedendo mio padre o mia nonna o altre persone d’età che, come si suol dire, “si tengono bene”, mi viene da pensare che alla fine se caratterialmente sei fatto un certo modo, sei magari una persona positiva e attiva, nonostante l’anzianità comporti comunque dei problemi sotto ogni profilo, di fondo rimani sempre la persona che sei, non subisci davvero un mutamento. Per dire, nonostante nell’ultimo anno mia nonna abbia avuto non poche difficoltà fisiche ed abbia sofferto moltissimo, è rimasta comunque una persona tutto sommato positiva, non si è fatta abbattere troppo dalle avversità. Poi però vedo sua sorella, la zia è penso che a volte la vecchiaia può essere veramente brutta. Chiariamoci: lei non ha mai avuto un carattere semplice, è una persona molto ombrosa e chiusa, che si è fatta molto indurire dall’esistenza, che evidentemente non è stata come se la prospettava. Tuttavia, il suo modo di fare è estremamente peggiorato col tempo. E’ diventata oramai talmente egoista da non vedere più neppure le esigenze altrui ed è abilissima nel ricatto psicologico, dunque appena non fai tutto ciò che domanda, inizia a piangere come una bambina piccola.

Credetemi, io le voglio bene e non voglio sembrarvi cattiva ma certe volte ha un atteggiamento veramente pesante, ci fa disperare tutti. Probabilmente, più si avanza con l’età, più si ha il terrore di rimanere da soli, specie se la propria salute non è il massimo e dunque si tende a concentrarsi su se stessi e sulle proprie problematiche, arrivando anche ad ignorare quelle altrui. Il triste è che la zia, come tante altre persone anziane, ha totalmente perso ogni interesse per la vita intesa in senso lato. Non fa più nulla di ciò che amava, non ha più piacere nel frequentare vecchie amicizie e addirittura, a causa della demenza senile, non riesce quasi più ad esprimersi in italiano ma utilizza un dialetto, oramai desueto, che si parlava nel suo paese natìo.

Vedo lei e mi dico: si può evitare di fare questa fine? Di imbruttirsi così? Perché a certe persone tocca una sorte così infame? E’ vero, come dicevo prima non mancano le persone che, nonostante siano anziane, rimangono assai brillanti, eppure non posso far a meno di chiedermi come sarò io, se sarò positiva come la mia super nonna oppure detestabile come sua sorella. Forse, quando si tratta di persone della nostra famiglia, tolleriamo poco il mutamento che porta in loro la senilità, perché vogliamo ricordarli come erano prima, più giovani e pieni di vita. Magari il punto è questo o magari no. Ma tutto questo discorso m’angoscia non poco.

E voi? Che rapporto avete con le persone anziane e l’invecchiare in generale?

About La Rockeuse

Eh, ce ne sarebbero di belle da dire.
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14 Responses to Persone anziane

  1. marymakeup says:

    Sei così giovane, pensi ora alla vecchiaia???? Poi in te c’è una nuova vita e quindi dovresti scrivere dei post più allegri 🙂 Detto questo penso che nella vecchiaia si esca allo scoperto per come si è sempre stati, anche perché con l’età, gli acciacchi e le sventure della vita non si ha più voglia di fingere per “piacere” agli altri. Se sei sempre stato positivo, lo sarai anche a 100 anni c’è poco da fare. Io vedo i miei genitori…mia madre (10 anni più giovane di mio padre) è esattamente la splendida donna che è sempre stata anche da giovane e nonostante gli anni passino, lei è ogni anno più giovane. Mio padre invece, che ha l’età del tuo, peggiora ogni anno di più…è burbero, solitario e gli anni lo hanno peggiorato, ma fondamentalmente è sempre stato così!
    C’è anche da dire che quando gli altri intorno a noi invecchiano, invecchiamo anche noi e quindi sopportiamo anche meno le “debolezze” degli altri. Che dire? Invecchiare non è semplice per nessuno, ma non mi chiedo mai come sarò da vecchia, perché – prima di tutto – spero di arrivarci alla vecchiaia, ecco forse la morte, per certi versi, mi fa più paura! Bacio x

    • La Rockeuse says:

      Hai ragione mia dolce Mary! E ciò che dici è molto condivisibile, anche secondo me se tu sei una persona positiva lo rimani sempre, nulla riesce a scalfirti davvero. Di certo persone come tuo padre e la mia zia in cui parlo del post, avevano caratteri particolari anche in gioventù, dunque adesso smussare gli angoli più rigidi non gli risulta più così facile. Ed è vero anche quello che dici sulla sopportazione, penso infatti che nel mio stato sono magari meno tollerante di prima e quindi magari ho anche più pensieri negativi stando con la zia… alias, la sopporto molto molto poco!

  2. francimakeup says:

    Ne parlavo con mia mamma ieri e ci dicevamo che si diventa vecchi magari sempre un po’ di più ma a che prezzo a volte ne vale la pena?

    • La Rockeuse says:

      Ecco, quel che mi domando anche io. Ho un po’ paura in questo senso del futuro perché temo di indurirmi e siccome tendenzialmente odio gli egoisti, non voglio ridurmi all’aridità 😦

  3. Stella says:

    Guarda, concordo con Mary. A quanto pare è una legge universale: sei sei buono / simpatico / gioviale, lo sarai anche da vecchio, e non farai pesare i tuoi problemi agli altri che saranno pur sempre felici di averti vicino, nonostante le difficoltà. Se al contrario per tutta la vita sarai stato una pigna in c***, da vecchio ovviamente lo sarai molto di più, con l’aggravante che avrai bisogno di tutto, e nessuno vorrà averti tra i piedi…
    Quanto al “ridursi così”, non preoccuparti neanche di quello… secondo me è una specie di “anestesia” per non accorgerti di quello che sta succedendo… a volte è meglio… 😉
    Un bacio! E non fare pensieri tristi! Sarai una nonnina amata da tutti é_é

    • La Rockeuse says:

      Ma grazie tesoro ❤
      comunque sì, suppongo che purtroppo il carattere giochi un ruolo fondamentale. Mia zia non è mai stata una persona gioviale-allegra, insomma ha sempre avuto un caratteraccio, quindi era impossibile pensare che in vecchiaia sarebbe diventata una persona dolce e carina. A volte davvero non so come fare con lei. Pensa che avevo preso dei dolci per mia sorella, che è a casa in convalescenza post operatoria e la zia li ha mangiati tutti senza neppure dirlo… ma che le vuoi dire? c'è solo da strozzarla :p

  4. Oh, adesso ho il tempo di commentare con calma, che oggi quando ho letto ‘sto post stavo mezzo incasinato 🙂

    In una vecchia striscia di Mafalda, uno dei personaggi (Manolito, per la cronaca – non so quanto tu fossi addentro al fumetto) interrogato su vecchiaia e morte pronuncia una frase molto profonda: “A me interessa la vita, non le estremità della vita”. Sebbene io concordi con il personaggio in questione, non nascondo che anche io mi sono spesso domandato cosa sarà di me, che so, fra 30, 40 o 50 anni: da bravo fisico, mi rendo conto che una proiezione su un periodo così lungo è un azzardo, proprio perchè la vita sottopone a prove più o meno difficili che lasciano la loro impronta sul carattere di ognuno di noi. Siamo come siamo perchè siamo stati quel che siamo stati, e ciò sarà vieppiù corretto all’imbrunire delle nostre esistenze, quando l’integrazione di tutto il nostro vissuto avrà finalmente determinato la forma e l’aspetto del nostro essere, adattando la base preesistente a gioie e dolori da noi patiti.

    Trovo dunque giusto preoccuparsi di ciò che sarà (e mentre scrivo mi risuona nella mente “O tiempo se ne va” degli Squallor), con il caveat, tuttavia, che ne dovrà scorrere di acqua sotto ai ponti. Naturalmente, volendo considerare anche le ipotesi a probabilità bassa, magari stasera esco di casa e vengo colpito da un meteorite, però tralasciamo questi accidenti e concentriamoci sulla funzione d’onda non perturbata.

    Quando menzioni la difficoltà di relazionarsi agli anziani, capisco di cosa parli. Dal canto mio c’è mia nonna materna che sta, detto in maniera molto schietta, perdendo la testa. Evidenzia i caratteri della petulanza propri della vecchiaia da te descritti, il parlare spesso a schiovere, le richieste assurde, gli atteggiamenti non esattamente consoni alle sociali grazie, insomma, ‘a nonn’ è vecchia. E la sua vecchiaia sta esasperando un po’ tutti, nel senso che è diventata un po’ difficile da sopportare. C’è anche da dire che mia nonna, proprio come tua zia, non è mai stata una persona propriamente facile: mi trovo d’accordo con quanto scritto dalla tua amica marymakeup, nel senso che sì, l’invecchiamento svela tutte quelle piccole (e meno piccole) idiosincrasie che costituiscono i lati più ombrosi del proprio carattere, ed uno stillicidio di esposizione a queste idiosincrasie potrebbe portare persino Giobbe a smadonnare la Sacra Trimurti e tutto il pantheon Indù.

    Che fare in situazioni del genere? Escludendo soluzioni drastiche tipo l’eutanasia o la chiusura in una casa di riposo (che per me è una fine anche peggiore), l’unica è portare tanta pazienza, avendo cura, se il caso, di coinvolgere più familiari nella gestione della cosa, proprio per evitare il suddetto logorante stillicidio.

    Concludo suggerendoti di non preoccuparti per come sarai da vecchia: a parte il fatto che, ripeto, ne deve passare di acqua sotto i ponti, ma sinceramente considerando il tuo approccio alla vita non credo che ci sia molto da preoccuparsi. Se la vecchiaia implica liberare il proprio vero io, direi che stai messa bene 🙂

    ‘Sta luna pare ‘na scorz’ ‘e limon’…e comm’è blu ‘stu ciel’ ‘e cartone… 😀

    • La Rockeuse says:

      Amo gli Squallor e questo già mi ha fatto molto sorridere, quindi grazie ❤
      Quel che dici è vero, in fin dei conti anche io penso sempre che potrei morire anche domani, dunque è sciocco che io mi angusti a questo modo per un qualcosa che non posso comunque sapere.
      Sarà anche che come sai, la situazione da me non è delle più semplici e purtroppo, la presenza della zietta è molto, molto ingombrante. Gli altri parenti vorrebbero anche prendersene cura, tuttavia lei fatica a stare con loro più di un paio di giorni poiché di uno zio non tollera la moglie, mentre all'altro non vuole dare fastidio, preferendo giustamente rompere l'anima a noi. Per dirti, ora che Vivien non sta benissimo, lei non si premura di chiederle neppure se desidera un the ma l'altro giorno s'è persino fatta cucinare il pranzo da quella poveretta, cosa che aveva fatto anche con me quando mi operai al naso, dunque non mi stupisce. Alla fine lei da noi non sta bene, non è felice ma le fa piacere stare in questa casa perché qui comanda, visto che mia madre le ha fatto prendere proprio il sopravvento. Ora ci sarà poi il problema della piccola, quando nascerà io vorrei trattenermi un po' a casa per i primi tempi ma la casa già è piccola e lei dovrebbe proprio andare via, almeno per due settimane… ma lo capirà mai?
      Quanto alle case di riposo, io penso siano bei luoghi, dove queste persone possono essere seguite adeguatamente e anche fare qualche amicizia (la zia è molto sola, non parla con nessuno), insomma, non sono posti da condannare.
      Non voglio sembrarti cinica, come ti dico spesso ma io penso che lei starebbe molto bene in una casa di riposo… molto lontana da me :p

  5. Ste says:

    Sono d’accordo anch’io sul fatto che il carattere, andando avanti con gli anni, venga “estremizzato”. Sulla questione vecchiaia purtroppo ho una nonna (se non sbaglio ha 93anni) che è sempre stata cara e buona e ormai sono diversi anni che è malata di Alzheimer, da quasi un anno è ferma a letto. In questo anno è peggiorata moltissimo ed ora non riesce nemmeno a parlare… Ti guarda negli occhi e non riesco a fare a meno di chiedermi a cosa pensi tutto il giorno. Ovviamente il mio terrore è di finire così.

    • La Rockeuse says:

      Vedo che mi capisci, fondamentalmente è la mia paura, non sapere ciò che mi attende. Purtroppo l’Alzheimer è una malattia terribile e davvero stare vicini a persone che la hanno è davvero straziante. A volte mi rendo conto d’essermi arresa dinnanzi alle follie della zia di mia madre, come quando rovista nella spazzatura, perché tanto, anche se le dico qualcosa, è come se avessi parlato col muro. L’unica è fare di tutto per non finire così, tra preghiere… e cure mediche.

      • Ste says:

        È vero, ti rassegni… Almeno per me è così. Non capisco invece mia madre che ogni tanto ancora se la prende con lei, come se potesse fare apposta a fare quel che fa (ad esempio capitava che chiamasse disperata mia madre, a pochi metri da lei insieme alla badante, per chiederle se era lì da sola). Fino a poco tempo fa a volte cercava forse di spronarla, non so, “alzando” un po’ la voce con lei, tentando di farla ragionare, io non l’ho mai condiviso perché mi sembrava inutile e al suo posto mi sarei sentita quasi in colpa.. Come ad esempio quando chiedono di un parente morto decenni prima, io non so se riuscirei a dire ma va è morto e magari dare un dispiacere a una persona che già soffre.
        Per quanto riguarda i farmaci negli anni sono arrivata alla conclusione che in pratica servono solo a intontirti via per evitare che tu faccia danni, ma spero ovviamente di sbagliarmi.

      • La Rockeuse says:

        Capisco tua madre, nei termini in cui io spesso mi arrabbio con la zia, nel vano tentativo di farla ragionare ma come giustamente dici tu, è in sostanza fatica sprecata perché lei proprio non ci arriva. Oggi ad esempio, nella sua mente scherzava su un qualcosa accaduto circa 15 anni fa come se si fosse trattato di ieri ed io le ho fatto presente quanto l’episodio fosse vecchio e l’unica cosa che ho ottenuto è stato il farla dispiacere e dunque urlare, perché lei grida spesso se si arrabbia. In effetti, i farmaci hanno un effetto spesso più che altro sedativo, per evitare appunto che queste persone urlino o sbrocchino ancora di più, se ci pensi il triste è che sono pochissime le cure capaci di far stare veramente meglio chi ha queste patologie :/

  6. Dal post e dai commenti degli amici, evinco e capisco che c’è paura per il “dopo-la-vita” perchè con i nostri animi vediamo persone anziane lettizzate e sofferenti.
    Dalla mia versione ne so qualcosa in quanto -alla lettera- dalla sera alla mattina, mia nonna materna, si ritrovò per 17 giorni in ospedale prima di finire. A 87 anni.
    Purtroppo soffriva di labirintite e le ossa non l’aiutavano moltissimo, spesso cadendo, o era ingessata al braccio o agli arti inferiori. Dal 2004 (lei finì nel 2009) a letto e riabilitazioni continue, ma purtroppo per chi noi della famiglia (qui mi scuseranno gli amici, dissento sulla più parentela possibile) ce la siamo dovuta vedere e piangere, in tutti i sensi.

    Certo, si dice che la speranza è sempre l’ultima a morire, però vederla in questo stato ogni giorno della settimana per i 6 anni che seguirono, non capivamo più dove e come sbattere la testa.

    Cara LaRock, non sentirti giù, non vedere in negativo l’ anzianità. E’ vero, la vita è Una, però nella fase del siamo ancora piccoli (mi serve x amplificare il senso della parola giovani) .. viviamo. Questa vita, viviamola. Alti e bassi ? Poche emozioni ? Pero’ Ci siamo! Il segno della Croce alla mattina ed alla sera “Signore, un’altra giornata è finita, fa che Domani mi dai il potere di vivere”.

    T’abbraccio.
    Esse. (scusami , wordpress si impalla da solo sul nome..)

    • La Rockeuse says:

      Mi dispiace moltissimo per quel che è successo a tua nonna. So più o meno che vuol dire, perché ho visto persone finire nel giro di poco, alcune anche in buona salute, seppure anziane e non è stato facile. Dirai tu, non è facile in nessun caso, anche con chi è malato da tempo, non è semplice accettare che qualcuno a noi caro stia per andare via. Anche se è complicato, se lo vediamo stare male ed essere diverso da ciò che era per noi. Forse è questo quel che mi spaventa, il diventare diversa, il pensiero che anche gli altri possano pensare che non sono più la stessa. Ma ciò che dici è vero, dobbiamo confidare sempre nel futuro, con la mano del signore. Poi, accadrà ciò che accadrà 😉 un bacio

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